Il caso di E.Coli scoppiato nei giorni scorsi negli Stati Uniti, dovuto alla farina contaminata venduta dalla catena dei supermercati ALDI, come sospettato inizialmente, è stato ampliato ad 11 Stati in tutto il paese. La farina, prodotta da Archer Daniels Midland, una multinazionale statunitense attiva nel settore alimentare, è stata venduta nei negozi ALDI del Connecticut, Delaware, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, New York, Ohio, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont e West Virginia. La Food and Drug Administration (Fda) martedì 21 maggio, in collaborazione con ADM Milling Co. e ALDI, tramite le principali testate americane ha reso noto il richiamo volontario della farina per tutti gli usi Bakers Corner venduta nei punti vendita al dettaglio negli Stati Uniti nord-orientali a causa di una potenziale presenza di E. coli.. I medici chiamati in causa hanno riferito che la specie di batterio in questione, ovvero E.coli O157, potrebbe portare seri rischi alla vita delle persone, anche se fortunatamente fino ad ora non c’è stato nessun caso di decesso. Ri cordiamo che ALDI è una multinazionale tedesca attiva nel settore della grande distribuzione organizzata, ed è una delle principali aziende del mondo nel suo settore. Il batterio killer, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, può essere venuto dall’acqua usata per la coltivazione oppure dal seme. È la pianta di origine che può contaminarsi quando è ancora in campo, e il batterio passa, in fase dormiente, al seme. Poi, una volta messo a coltura, il batterio rinasce. Quindi bisogna risalire ai semi, andare a cercare queste aziende agricole e capire da quali coltivazioni arriva il batterio, perché il germoglio non può certo far crescere il batterio autonomamente, qualcosa lo deve aver contagiato. Ma dal comunicato di oggi delle autorità statunitensi si apprende che questa azienda è l’unica origine dell’infezione. Sarebbe in realtà responsabile dei casi di Escherichia Coli registrati in 11 Stati.
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