I foglietti anti-Salvini sono stati incollati sui cestini dei rifiuti, sugli alberi, sui muri. Riportano, con caratteri più piccoli, anche la scritta: “Un siciliano che vota Lega è un siciliano che non conosce o non rispetta la propria storia”. Messaggi che hanno scatenato un vespaio di polemiche per la contemporanea presenza del ministro dell’Interno Matteo Salvini a Palermo nel giorno della commemorazione della strage di Capaci, in memoria di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro assassinati il 23 maggio del 1992 con un carico di tritolo esploso nel tratto dell’autostrada A29 che collega l’aeroporto di Punta Raisi con il capoluogo siciliano.
“Chi ha partorito l’assonanza stilistica dei volantini che vorrebbero apostrofare ‘senza dignità’ i tantissimi siciliani che votano Salvini con quelli che quindici anni fa etichettavo giustamente ‘senza dignità’ il popolo che pagava il pizzo – sostiene Gelarda – non fa altro che offendere le migliaia e migliaia di cittadini che in ogni angolo della Sicilia stanno dando fiducia alla Lega in modo libero e consapevole. Una pessima uscita, volgare e fuori dalla realtà – conclude Gelarda – che non scalfisce la voglia di riscatto del popolo siciliano che domenica 26 maggio alle elezioni europee darà fiducia al progetto di rinnovamento di Matteo Salvini”.