«I rider che stanno cercando una risposta alla frammentazione del lavoro o i freelance che stanno tra il lavoro autonomo ed il lavoro dipendente dispongono di una formula già sperimentata che funziona, quella che unisce il modello cooperativo al sistema delle piattaforme digitali. Il lavoro discontinuo, che caratterizza la sharing economy, trova nelle piattaforme cooperative lo strumento adatto per organizzarsi con dignità e diritti», continua D. Chiappa.
«In Francia sono normate con le CAE (cooperative di attività e d’impiego). In Italia funzionano nel mondo dello spettacolo”, precisa il Presidente di Doc Servizi. «Da anni, grazie al contratto intermittente previsto dalla legge, diverse migliaia gli artisti, musicisti, e tecnici dello spettacolo sono organizzati in piattaforma cooperativa con Doc Servizi. Ora stiamo estendendo la formula ad altre professionalità freelance come formatori, creativi, educatori, esperti digitali e le altre professionalità freelance che la digital economy sta creando o modificando. I freelance e rider – conclude D. Chiappa – non sono condannati alla solitudine del lavoro autonomo».