Un progetto di integrazione per chiudere il campo rom e rendere pienamente autonome le famiglie, attività di controllo e di collaborazione sul fronte rifiuti e un costante rapporto di comunicazione. Sono alcune delle azioni dell’amministrazione comunale di Porto Torres rivolte alla popolazione rom e al suo campo sosta, situato a Ponte Pizzinnu, nell’immediata periferia della città. Stamattina, durante la seduta del consiglio comunale, l’assessore alle Politiche sociali ha presentato una relazione e ha raccontato nei dettagli il lavoro svolto negli ultimi anni.
«Mi posso ritenere soddisfatta del lavoro svolto – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali Rosella Nuvoli – ogni nostro intervento è stato fatto con l’obiettivo di restituire piena dignità alle famiglie rom di Porto Torres e tutte le azioni hanno come ultimo fine quello della definitiva chiusura del campo sosta, aperto dal 2005. Siamo sempre stati consapevoli dell’ordinanza di chiusura e per questo ci siamo dati da fare per svolgere tutte le attività preliminari: abbiamo riattivato il comitato di gestione del campo e costruito e mantenuto i rapporti con i referenti.
Poi, con la partecipazione di tutti i residenti e ovviamente con il supporto della nostra Polizia Locale, dei nostri uffici e della ditta che gestisce l’appalto dei rifiuti, abbiamo organizzato pulizie periodiche dove tutti gli abitanti si sono resi giustamente protagonisti, smistando correttamente i rifiuti. Abbiamo ottenuto un grande risultato e ne è prova che l’amministrazione ha speso appena 4.500 euro, utilizzati nel 2017 ma esclusivamente per lo smaltimento di alcuni rifiuti speciali: una spesa irrisoria se confrontata a quella impiegata in precedenza per la pulizia dell’area».
«Il Comune ha sempre provveduto con tempestività alla disinfestazione e alla derattizzazione dell’area del campo rom, così come alla rimozione dei veicoli abbandonati – ha spiegato ancora l’assessore – inoltre, grazie ai sopralluoghi e ai continui controlli della Polizia Locale è stato fatto rispettare il regolamento che disciplina la residenza nel campo: abbiamo accertato la presenza di cinque famiglie per un totale di 23 persone. Questo ci ha permesso di instaurare tutti i passaggi e gli atti amministrativi propedeutici all’abbattimento delle casette di legno per la prossima chiusura definitiva del campo. Prevediamo che nei prossimi mesi si potrà iniziare gradualmente lo sgombero».
«La chiusura del campo potrà avvenire grazie a un contributo regionale specifico, basato sulla normativa nazionale ed europea, e a un protocollo che abbiamo progettato con i nostri uffici, ascoltando in ogni momento le esigenze delle famiglie. Queste riceveranno dei voucher con i quali potranno autonomamente scegliere una soluzione abitativa, non necessariamente nel nostro territorio. In questo modo è stata accolta la loro richiesta di autonomia. Permettere di fargli scegliere dove andare è un grande successo. Specifico che tale contributo permetterà all’amministrazione di far sgomberare anche tutti gli immobili occupati abusivamente».
«Dico sinceramente che non è stato semplice e tutto questo lavoro ha richiesto anni di costanti rapporti tra la parte politica, gli uffici e i residenti. Basti pensare che i referenti del campo hanno il mio numero di cellulare. Il lavoro non è ancora completamente finito, ma vorrei ringraziare la nostra struttura per il grande lavoro di gruppo, così come anche gli uffici regionali per aver compreso la nostra esigenza e aver dato la loro disponibilità, peraltro poi estesa anche agli altri comuni sardi. C’è una grande sensibilità per le tematiche sociali nel nostro Comune e in Sardegna e di questo ne va dato atto».