Nelle giornate della Settimana della moda, sarà Parigi la prima tappa del progetto fotografico Beltimentas. In programma anche Mosca e Doha.
La Settimana della moda di Parigi rappresenta uno degli appuntamenti di settore più importati e attesi al mondo. Quest’anno, nelle giornate in cui si terrà la grande manifestazione, in programma dal 25 febbraio al 5 marzo, la capitale francese sarà vetrina d’eccellenza anche per un pezzo di Sardegna. Lo Studio Galerie B&B, specializzato in esposizioni fotografiche, dal 1 al 3 marzo, ospiterà infatti Beltimentas (in lingua sarda “vestiti, abiti”), un format creativo che presenta un nuovo punto di vista sul patrimonio identitario sardo legato all’abbigliamento e al costume tradizionale.L’iniziativa è ideata e organizzata da Compagnia B di Cagliari (Sardegna – Italia), con la curatela di Micaela Deiana, e realizzata grazie al contributo economico della Regione Autonoma della Sardegna (Programma Operativo Regionale – POR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020).
Lo Studio Galerie sarà dunque sede di una mostra fotografica e di una performance teatrale che proporranno una fruizione contemporanea della tradizione intrecciando arte, artigianato, design e tradizione etnoantropologica, attraverso i linguaggi sperimentali dell’arte, del teatro e della fotografia.
Dopo Parigi, Beltimentas verrà esposto nel Winzavod Center for Contemporary Art a Mosca (dal 30 marzo al 1 aprile) e a Doha, nel Qatar, nei giorni 4 e 5 aprile, con l’obiettivo di dare particolare visibilità al prodotto Made in Sardinia in occasione di eventi che richiamano un pubblico particolarmente sensibile alle interconnessioni fra cultura, moda e design.
La mostra fotografica porta la firma di due fotografi internazionali, Lucio Aru & Franco Erre, che dopo esperienze lavorative a Bologna e Milano, si sono traferiti a Berlino nel 2013, dove tuttora vivono e producono, muovendosi dalla ritrattistica alla moda, mescolando i rispettivi background.
Alle immagini fotografiche è affiancata una performance teatrale diretta dalla regista Alice Capitanio nella quale, attraverso un racconto dell’isola, i protagonisti saranno i costumi, i ruoli sociali, la vita quotidiana e gli abiti tradizionali. Al termine della performance il pubblico sarà invitato a toccare e vestire gli abiti tradizionali sardi, approfondendo il rapporto con il patrimonio culturale isolano attraverso un coinvolgimento sensoriale.
“Nella cultura della Sardegna, l’abito della tradizione acquistava la forma di uno scrigno che racchiudeva nella sua tessitura i segni della storia e della vita di ciascuno. Ogni abito era capace di essere la fotografia del vissuto di colui che lo indossava. Taluni segni, talvolta imperscrutabili, si possono rinvenire nella comunicazione contemporanea legata alla moda, dove indossare un abito è diventato un modo per raccontare di sé attraverso veri e propri segni culturali differenziati.
Ancora oggi c’è un lungo filo che unisce ogni trama dei nostri corpi. Un filo tessile che accoglie e avvolge. Contiene il corpo del bambino appena nato, il suo sviluppo in età adulta e lo accompagna fino alla morte. Essere vestiti, abbigliati, significa essere a contatto con gli altri, vestirsi è stato, ed è ancora, espressione di comunicazione non verbale, espressione del sotteso bisogno umano di empatia, di essere guardati, ascoltati, capiti finanche da uno sconosciuto che incontriamo per la strada.
Un filo tessile univa le comunità della Sardegna antica ed è lo stesso che unisce gli uomini di oggi, avvolti nel bisogno di sentirsi meno soli” (Alice Capitanio – Direttrice artistica progetto Beltimentas)