Le continue piogge con i bassi costi del grano potrebbero essere il colpo di grazia per le aziende cerealicole sarde. L’umidità e le precipitazioni, infatti, stanno facendo crollare ulteriormente il prezzo che si aggira in alcuni casi intorno ai 15 euro, rispetto ai 21 di partenza (già insufficienti a coprire i costi di produzione).
La superficie destinata alla coltivazione in Sardegna cala di anno in anno. Dal 2004 al 2015 si erano persi oltre 58 mila ettari (si era passati da circa 100mila ettari a 40 mila), con la crisi degli ultimi quattro anni la superficie destinata al grano duro è calata di un ulteriore un terzo, il prossimo anno si rischia una emorragia che potrebbe compromettere definitivamente il settore perché le continue piogge e la conseguente umidità di questi mesi oltre che i prezzi sotto i costi di produzione incentivano l’abbandono del campo.
Negli ultimi 4 anni il prezzo pagato ai cerealicoltori è passato da 30 euro a 21 euro. E quest’anno partiti da 21 euro si sta arrivando a pagare il grano anche a 15 euro, visto che il peso specifico, la qualità, è basso a causa delle piogge e umidità.
Basta un dato per spiegare lo stato in cui si ritrovano i cerealicoltori: nel 1976 un contadino per un quintale di grano riceveva 48 mila lire rispetto ai 21/15 euro di quest’anno.
“La situazione è davvero difficile – spiega il cerealicoltore di Sanluri Paolo Floris -. Il prezzo del grano degli ultimi 4 anni ci ha provato, perché siamo stati costretti a produrre sotto i costi di produzione. La situazione quest’anno però si è ulteriormente complicata. Le piogge di maggio e giugno non hanno consentito uno sviluppo regolare del chicco, oltre gli sbalzi di temperatura e gli attacchi funginei. Abbiamo grano con un peso specifico di 72 – 73 rispetto all’81 – 82 degli anni scorsi. Questo lo deprezza ulteriormente abbassandolo fino a 15 – 16 euro”.
Il sud Sardegna è il territorio in cui si coltivano i due terzi della superficie destinata al grano: “ma se non si prenderanno decisioni importanti – sollecita Paolo Floris – il prossimo anno saranno pochissimi i coraggiosi che continueranno a seminare grano”.
“Il settore è da quattro anni che lavora in perdita – spiega il direttore di Coldiretti Cagliari Luca Saba -. Con il grano a 20 euro il contadino non riesce a pagarsi neppure le spese. E’ un settore troppo debilitato per poter superare da solo un’annata straordinaria come questa in cui a fine giungo si sono addirittura fermate le mietitrebbie per la troppa acqua”.
“E’ importante muoversi immediatamente per fare una cernita dei danni e attivarsi per dichiarare lo stato di calamità – dice rivolto alle istituzioni il presidente di Coldiretti Cagliari Efisio Perra -. Ma se si vuole investire sull’agricoltura e sulle produzioni locali è fondamentale intervenire non solo immediatamente ma anche con un progetto ed una strategia seria e lungimirante perché altrimenti dovremmo dire addio al grano made in Sardinia”.