Domenica prossima la comunità di Aglientu è chiamata al voto per il rinnovo del Consiglio comunale. A differenza di cinque anni fa non avrà l’imbarazzo della scelta tra i contendenti alla carica di sindaco. In questa tornata elettorale, infatti, concorre una sola lista, quella capeggiata dal sindaco uscente, Antonio Tirotto.
Uno “spauracchio”, però, aleggia nell’aria e sta turbando non poco i sonni di Tirotto e dei candidati della lista “Aglientu Generazione Futura”, i quali stanno “combattendo”, con ostinazione, contro un “avversario” invisibile: il possibile astensionismo. E si tratta di un “avversario” piuttosto insidioso perché, nel caso in cui il 50% degli elettori (503) disertasse le urne, l’arrivo del commissario sarebbe inevitabile. E non sarebbe la prima volta.Quella del mancato raggiungimento del quorum sta diventando una vera ossessione dello schieramento di Tirotto che, appunto, non tralascia occasione per demonizzare, in tutte le salse, il possibile arrivo del commissario. E, in proposito, se ne sentono di cotte e di crude, con ragionamenti che, spesso e volentieri, rasentano l’assurdo e il ridicolo. Una delle voci più ricorrenti, ad esempio, è quella secondo cui “avere il commissario non conviene perché si rischierebbe di perdere finanziamenti in corso e il blocco delle opere in atto e di quelle in fase di progettazione”.
Naturalmente si tratta di vere e proprie bufale perché “la legge assegna al commissario tutti i poteri, ordinari e straordinari, che normalmente sono assegnati a sindaco, giunta e consiglio comunale”. Anzi, per certi versi, tutto l’apparato amministrativo marcerebbe più spedito e si registrerebbe maggiore equità nell’assunzione di determinati provvedimenti.
C’è pure chi, per meglio far capire a chi non “vuole intendere” di non andare a votare, che sbandiera ai quattro venti il caso del villaggio di Rena Majore. Nel 1994, infatti, proprio il commissario di allora, ne decise la chiusura per motivi igienico-sanitari. Attenzione, è la parola d’ordine, “la cosa potrebbe ripetersi”. Se un fatto del genere dovesse ripetersi, significherebbe che chi ha governato nel corso dell’ultimo quinquennio, si è reso protagonista di un’inadempienza amministrativa. E, in tal caso, non è cosa di poco conto.
Questa battaglia contro il non voto, purtroppo, può rivelarsi anche un vero e proprio boomerang per la lista “Aglientu Generazione Futura”, soprattutto perché si stanno raccontando, pubblicamente e privatamente, troppe incongruenze politiche e amministrative. E’ pur vero che in tanti, ad Aglientu come a Rena Majore, Vignola e via discorrendo, non hanno remora alcuna nell’affermare pubblicamente che non andranno a votare, e ne spiegano le ragioni.
Ci sono, poi, quelli che si nascondono dietro un dito e non si pronunciano espressamente per eventuali ritorsioni, così come ci sono quelli che, candidamente, sostengono “io non posso fare a meno di andare a votare”. Insomma, gli umori sono tali che l’incertezza del voto sta turbando l’animo non solo dei componenti la lista “Aglientu Generazione Futura”, bensì anche dei solerti sostenitori e fan che vedono in Tirotto l’uomo della rinascita di Aglientu.
Per contro, però, non si possono ignorare neanche le ragioni di chi sostiene “io cinque anni fa avevo sostenuto la lista di Tirotto, ma le delusioni sono state tante”. Ad esempio, a Rena Majore e in diverse località, stazzi compresi, non esitano a rimarcare la propria delusione perché “questi amministratori non sono riusciti ad instaurare un vero dialogo con la popolazione e poco disponibili ad ascoltare chi non la pensava come loro”.
“Di promesse non mantenute, continuano, se ne possono elencare un bel numero, così come non sono mancate le risposte a tante domande”. E’ emblematico il caso, ad esempio, che fino alla fine del 2017 le “apparizioni” di sindaco e amministrazioni a Rena Majore, si possono contare sulle dita di una mano”. “Da febbraio ad oggi, invece, le presenze sono state continue ed insistenti, soprattutto il fine settimana”. Come mai? Non è necessario ricorrere a ragionamenti particolari per trovare una risposta plausibile. E’ vero, come sostiene il sindaco, che Rena Majore rappresenta una partita difficile, ma ciò è ascrivibile, a responsabilità esclusiva dell’amministrazione comunale.
Ora, dunque, c’è solo da attendere il 10 giugno, per capire quale scelta compirà l’elettorato aglientese. E’ anche possibile che con le “false verità”, diffuse a sproposito sul ruolo del commissario, Antonio Tirotto possa restare in sella per un altro quinquennio. Ma non è neanche ad escludere il mancato raggiungimento del quorum, alla luce di certi umori dell’elettorato.