Presentazione del libro “Gente della Terra Santa” di Mahmoud Suboh

Nell’ambito della rassegna “Fragranze Palestinesi” in corso a Sassari, l’Associazione Ponti non Muri, in collaborazione con il CUS Sassari, è lieta di accogliere lo scrittore Palestinese Mahmoud Suboh per la presentazione del suo libro “Gente della Terra Santa”.

L’evento avrà luogo Giovedì 10 maggio 2018, alle ore 19,00 presso la Sala Conferenze del Centro Sportivo “Rifugio Gesù Bambino”, in via Enzo 4 a Sassari.
        
Gente della Terra SantaInterverranno alla presentazione: Mahmoud Suboh, autore del libro, e Nabeel Khair, rappresentante della Comunità Palestinese in Sardegna. Porteranno i saluti: Ilaria Moretti, presidente dell’Associazione Ponti non Muri e Vannina Piras, presidente dell’Associazione Rifugio Gesù Bambino. L’ingresso è libero e gratuito.
        
“Gente della Terra Santa è un’opera composta di racconti, una raccolta delle voci che vengono dal profondo di una terra sacra, violenta e poetica contemporaneamente. Una narrativa corale che prende forma nell’epica del nostro tempo: l’occupazione. L’assedio di Gaza, i muri di separazione nella Cisgiordania, i campi profughi nel Libano ecc., vengono superati metaforicamente con la forza dell’immaginario.
La voce di tutto un popolo riemerge con poesia, fantasia e resistenza. Raccontare la Palestina come un ‘universale fantastico’ che racchiude nella sua storia tutte le particolari resistenze nel mondo. Ecco, la Palestina come la Resistenza per antonomasia, che raccoglie in sé tutte le resistenze particolari sparse nella terra. Se come scrive Mahmoud Darwish «l’unico valore di chi vive sotto occupazione è il grado di resistenza all’occupante», oggi in Palestina, e nel mondo, l’arte rappresenta ancora uno dei metodi migliori per Resistere”.
        
Mahmoud Suboh è nato a Betlemme il 26 marzo 1959. Diplomato a Betlemme, ha proseguito gli studi universitari in medicina a Cagliari, dove si è specializzato in nefrologia. Attualmente vive a Elmas (CA). Ha iniziato a scrivere poesie e racconti legati alla Palestina e, inseguito, grazie all’incoraggiamento dei figli e degli amici è divenuto narratore testimone della tragedia del popolo palestinese e portavoce di chi è privato della parola.

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