Parte oggi il progetto SPIME, la prima residenza artistica che si sviluppa su doppio binario, materiale e immateriale (web e territorio).
Sei giovani artisti distanti fisicamente tra loro ma accomunati da un legame con la Sardegna ragionano sul concetto di residenza artistica. L’obiettivo è la produzione di contributi artistici sia sul sito internet dedicato (www.progettospime.com ), sia nel territorio della Barbagia di Nuoro, dove la produzione delle opere entrerà nel vivo.
Seguirà l’inaugurazione della mostra che racconta l’esperienza di residenza, ospitata nei locali del museo MAN di Nuoro, partner del progetto.
Partecipano:Vittoria Soddu, Francesca Massa, Marco Useli, Mimì Enna, Luca Monterastelli, Matthew Plummer Fernandez.
La prima fase della residenza artistica (SPIME#1) è quella digitale, nella quale attraverso la piattaforma web www.progettospime.com e grazie a una mappa interattiva georeferenziata gli artisti possono interagire, inserire contenuti, sviluppare l’uno i contenuti dell’altro e dare vita a nuovi incontri. In questa fase gli artisti si confronteranno con la fruizione delle opere d’arte attraverso il mezzo digitale e i nuovi spunti di riflessione che ne derivano.
Anche il pubblico può prendere parte all’esperienza virtuale della residenza. Chi desidera interagire con il gruppo di ricerca e proporre un proprio contributo SPIME, può inviare una mail a: [email protected], con immagini, brevi testi o contributi audio-visivi.
La seconda fase (SPIME#2) della residenza è invece più tradizionale: gli artisti saranno a Nuoro per tre settimane (da oggi sino al 25 maggio e dal 14 giugno al 29 giugno) e qui lavoreranno a contatto tra loro, incontreranno il pubblico e presenteranno i propri lavori alla fine del percorso.
A seguire le biografie degli artisti e un approfondimento sul progetto firmato Compagnia B.
IL PROGETTO
SPIME è un progetto di residenza artistica che si propone di costruire un’occasione di ricerca e produzione agendo sia sul mondo tangibile sia su quello digitale.
Nel titolo cita la definizione di Bruce Sterling, che con il neologismo “spime” (parola formata dalla crasi fra ‘space’ e ‘time’ – spazio e tempo) indica quella categoria di oggetti rintracciabili attraverso lo spazio e il tempo per tutta la durata della loro esistenza (grazie a un sistema GPS), che misurano il contesto in cui si inseriscono, fanno memoria delle informazioni e le comunicano sul web.
Ragionando sull’identità del format residenza nell’era post-digitale, abbiamo creato una piattaforma di ricerca artistica che si muove sia a livello critico-teorico sia a livello produttivo. Come cambia l’esperienza dei luoghi quando la nostra relazione con lo spazio e il tempo nasce dalla fruizione digitale a distanza? Come viene rielaborata l’esperienza corporea nel momento in cui la memoria (umana) della stessa va a stratificarsi con la documentazione digitale di quanto avvenuto? Quanto un’opera d’arte può raccontarci del luogo e delle condizioni in cui è stata prodotta? La fruizione di un’opera d’arte attraverso il mezzo digitale può aprire spunti di riflessione autonomi dalla fruizione fisica dell’oggetto?
LA BARBAGIA DI NUORO COME LUOGO FISICO
Gli artisti che prendono parte al progetto sono invitati innanzitutto a interagire con il sostrato in cui la loro residenza si svolge, la Barbagia di Nuoro e, più in senso ampio, la Sardegna. Attraverso una mappa interattiva georeferenziata, si è creato un flusso di contributi digitali di carattere testuali, audio-visuali o sonori, ma anche appunti di ordine pratico-logistico (dai luoghi da visitare ai fornitori e laboratori artigianali utili al progetto), che tracceranno i primi nodi dell’esperienza di ricerca.
A questo momento produttivo seguirà un momento di produzione più tradizionale, una residenza a Nuoro. Qui gli artisti lavoreranno per due settimane, incontrando il pubblico in una serie di talk e workshop, e presenteranno i propri lavori alla fine del percorso.
ARTISTI
Vittoria Soddu
Vittoria Soddu nasce a Sassari nel 1986, vive tra il Belgio e la Sardegna.
Dopo la laurea triennale in storia dell’arte e arti visive al Goldsmiths College di Londra, consegue un Master al Dutch Art Institute di Arnhem, che conclude con la pubblicazione nel 2011 di Biscotti di Vento, libro d’artista con testi di Manlio Brigaglia, Bianca Pitzorno e Celestino Tabasso. Nel 2014, in collaborazione con il collettivo SIC di Bruxelles, realizza Back Hill – tales from a parish house, ibrido tra film saggio e documentario. Nel 2015 partecipa al progetto CinqueD, residenza artistica supportata dal museo MEOC di Aggius, che promuove l’incontro tra cinque artiste sarde. Nel 2016 con il secondo progetto editoriale MicroBook. Unendo un forte interesse per il suono a una già dimostrata attenzione per la collettività, il 2017 vede la maturazione del film Salt in the veins (sale nelle vene), un viaggio audio-visivo da cui emergono la corporalità, i ritmi e le tematiche di un genere musicale che al contempo preserva una memoria storica e la reintegra nell’era attuale.
Mimì Enna
Mimì Enna nasce a Oristano nel 1991, vive fra l’Italia e l’Olanda. La sua ricerca si concentra sul significato dell’immagine nei contesti quotidiani in cui essa si palesa. Nel 2017, rappresenta il MAN di Nuoro nella mostra “Archipel Ouest” del FRAC di Corsica; presenta la prima personale all’estero a Villa de Bank di Enschede, in Olanda; vince la borsa di ricerca del bando “Owio”; espone a Milano a Future Dome per “Outer Space”; è presente alla collettiva a TRA Treviso in “From object to exposure” curata da Carlo Sala. Nel 2016 espone a Bologna alla P420 gallery e a Raum; presenta una personale a LOCALEDUE e realizza la prima edizione di PROGETTO FALLIRE curata da Gino Gianuizzi; a Pescara, invitata da Luigi Presicce, partecipa a FuoriUso 2016, curata da Giacinto Di Pietrantonio e Simone Ciglia; partecipa ad Art Verona con il progetto Dryer di G. Tosi. Nel 2015 espone a oTTo gallery, Bologna; con il progetto fotografico “travel”; nello stesso anno, vince la residenza al centro SìM Residency di Reykjavik, in Islanda.
Marco Useli
Marco Useli nasce a Nuoro nel 1983. Si laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze e prosegue la sua formazione con un Master in Progettazione contemporanea con la pietra, presso il Politecnico di Milano. Collabora con la Stamperia 74\b di Milano e dal 2012 fa parte della Milano Print Makers, gruppo che si occupa di sviluppare la ricerca nella grafica d’arte.
Luca Monterastelli
Nasce nel 1983 a Forlimpopoli e ha studiato all’accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Tra le mostre personali: How To Make a Hero, Deweer Gallery, Otegem. 2017; THEN/now, con Pietro Consagra, miart, 2016; The Close of the Silver Age, Lia Rumma project space, Fonderia Battaglia, Milano, 2015; White – Endlessly Rocking, Viafarini DOCVA, Milano; 2012: Open Studio Parc Saint Léger, Centre d’art contemporain Parc Saint Léger, Pouguesles-eaux (F), 2012; Graceland – Chez Néon – Diffuseur d’Art Contemporain, Lione, 2012. Nel 2015 ha partecipato alla 56. Biennale Arte di Venezia. Tra le collettive: Ennesima, a cura di V. De Bellis, La Triennale, Milano, 2015; Senza Titolo, Michele Guido, Domenico Antonio Mancini, Luca Monterastelli, Lia Rumma, Napoli, 2013; Braccia#2, a cura di A. Biggio, Museo Marino marini, Firenze, 2013; L’uomo ridotto, Brown Project Space, Milano, 2010. Tra le residenze: HIAP, Kaapeli, Helsinki, 2014; Residénces secondaires, Centre d’art contemporain Parc Saint Léger, Pougues-Les-Eaux. 2012; Solid Void, Progetto Diogene Bivacco Urbano, Torino, 2011; Residency Suddenly, Beauchery-Saint-Martin, 2011; Triangle France, La Friche la Belle de Mai, Marseille, 2011
Matthew Plummer Fernandez
Matthew Plummer Fernandez è un artista inglese-colombiano, si è laureato al Royal College of Art e attualmente sta completando il suo dottorato al Goldsmith College – University of London. Lavora fra la scultura, il software, l’intervento online e l’installazione, mettendoli in relazione, utilizzando algoritmi di apprendimento automatico per produrre e riflettere sulla complessità sociale contemporanea, e la sfumatura fra il digitale e il fisico. Dal 2012 cura il popolare blog Algopop, dedicato agli algoritmi nella vita quotidiana. Fra le numerose mostre si cita la personale al iMal, in collaborazione con JODI e alla Nome Gallery di Berlino. Suoi lavori sono stati commissionati dal V&A di Lonra, AND Festival di Manchester e Centre Pompidou di Parigi, che ha accolto diverse opere nella sua collezione permanente. Attualmente è in residenza ai Somerset House Studios.
Francesca Massa
Francesca Massa inizia la sua formazione nella danza contemporanea e classica a Cagliari con Momi Falchi, Tore Muroni e Zofia Andruszkiewicz. Si perfeziona con Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, Giorgio Rossi, Raffaella Giordano, Jean Cebron, Ornella D’agostino, Cornelia Wildisen, David Zambrano, Cristiana Morganti, Gyohei Zaitsu, Francesca Foscarini, Enrico Tedde e Virginia Heinen. Collabora stabilmente con Spaziodanza e sviluppa progetti con altre compagnie, fra cui la francese Blicke (Strasburgo, Parigi), Deja Donne (Italia, Repubblica Ceca) Ticonzero (Italia, Spagna, Estonia, Portogallo, isole Azzorre). Dal 2004 è docente di danza contemporanea.