Pace ritrovata nel Pd, dove la relazione di Maurizio Martina e’ stata particolarmente apprezzata in particolare per la chiusura “moderata”.
Bene che il segretario abbia chiuso la partita con i 5 Stelle e positiva anche la richiesta di fiducia per il mandato da reggente fino alla prossima assemblea nazionale dem.
Al momento, a quanto si apprende, non c’e’ ancora la data dell’assemblea.
Trattative a oltranza, si chiuderà con un voto
ROMA – Trattative fino a ridosso della direzione Pd, convocata a largo del Nazareno per le 15 e iniziata con circa mezz’ora di ritardo. A quanto si apprende, Matteo Renzi e Maurizio Martina si sono confrontati su un esito condiviso della riunione di oggi, che vedra’ nella relazione del reggente il punto di partenza di un confronto che potrebbe sfociare nella convocazione dell’assemblea e poi del congresso.
Il presidente Matteo Orfini ha annunciato in apertura che la direzione si chiudera’ con un voto.
Resa dei conti in direzione Pd, gli ‘anti-Renzi’ non mollano
ROMA – Aria pesante, nervi scoperti: la direzione del Partito Democratico, prevista per questo pomeriggio, si preannuncia infuocata. Ferma la volontà dei renziani di ribadire il no ad un governo con il Movimento 5 Stelle, si attendono le parole del segretario reggente Maurizio Martina che, dopo lo sfogo di questo lunedì, potrebbe chiedere un voto per un mandato pienodurante le consultazioni che ricominceranno la prossima settimana.
La minoranza sfida Renzi: direzione voti fiducia a Martina
E’ questa la mossa, lanciata ieri da Franceschini, per fare uscire Renzi allo scoperto: “Il voto esplicito di fiducia della Direzione al segretario reggente è un atto minimo ma indispensabile per dargli la forza di gestire una fase così difficile” dice il minstro dei Beni Culturali.
Per il fronte degli anti renziani è necessario spazzare via ogni ambiguità sulla guida del Partito Democratico. Le parole di Matteo Renzi da Faziohanno infatti fatto naufragare prima della direzione la linea del dialogo con i 5 Stelle su cui stava lavorando Martina. Una vera e propria imboscata per la minoranza, che ha scatenato il caos nel partito.
E’ l’europarlamentare dem Goffredo Bettini ad esprimere con chiarezza il disagio dei ‘non renziani’ del Pd: “L’intervista che ha rilasciato Renzi in tv, a Fazio, è stato un episodio grandemente anomalo. L’ex segretario aveva promesso un silenzio di due anni. Mai come in queste settimane, invece, in presenza di un segretario reggente, ha tentato di condizionare, intervenire, orchestrare la politica italiana. Tutto ciò in assenza di un confronto sincero e aperto circa il collasso elettorale, organizzativo ed identitario del Pd. E senza che Renzi stesso si sia assunto, almeno una parte, delle responsabilità di ciò che è accaduto. Eppure ha deciso di dettare la linea”.
Guerini tenta la via dell’unità, guardando al congresso
Sul fronte renziano le trattative sono affidate a Lorenzo Guerini, che proporrà un documento “ecumenico”, firmato già da oltre 100 deputati e senatori dem, che ribadisce il no ad un governo guidato dal Movimento 5 Stelle ed invita il partito a mantenere l’unità.
E la fiducia a Martina? “Per me il tema non è in discussione– dice Guerini a RaiNews24- lui è il segretario reggente, ha la fiducia di tutto il Pd; poi deciderà l’assemblea che prospettive dare al partito, se eleggere un nuovo segretario in assemblea oppure andare a congresso”.
I renziani, quindi, proveranno in tutti i modi ad evitare una nuova e profonda frattura in quel che resta del Partito Democratico, ma non si fanno illusioni: “Questo partito ha bisogno di un congresso“, aggiunge Guerini. “La discussione politica in corso in questi giorni non può essere archiviata con una direzione”.