Le criptovalute sono una realtà ormai consolidata nel panorama degli investimenti mondiale; anche in Italia dove sono riuscite a ritagliarsi un ruolo di assoluto rilievo. Si parla delle cosiddette monete virtuali, che utilizzano il web e le moderne tecnologie multimediali per viaggiare da un capo all’altro del mondo.
Le criptovalute più note sono ad tempo sulla bocca di tutti: si pensi al Bitcoin, che ha lasciato registrare una crescita incredibile, che nessuno avrebbe mai immaginato. Basti pensare che a ridosso dello scorso natale è diventata la quinta moneta per valore al mondo, dopo dollaro, euro, yuan cinese e yen giapponese, in quanto il suo valore ha superato quello delle Rupie indiane.
Sulla scia di questo successo sono nate tante altre criptovalute che vanno ora alla conquista del mercato; non solo di Bitcoin si vive. E tra quelle maggiormente in ascesa negli ultimi tempi vi è lo Iota.
Si sta parlando di una criptovaluta passata dalla nona posizione alla quarta tra le criptovalute emergenti per capitalizzazione di mercato; il tutto nel giro di poche settimane.
Lo Iota è ottimizzato per lo Iot, il cosiddetto l’internet delle cose: le differenza con il Bitcoin sono legate soprattutto al fatto di essere molto leggera, quindi senza alcun ricorso al pesante e complesso sistema Blockchain per il Bitcoin.
Il nome stesso Iota è una sorta di acronimo che indica Internet of Things, internet delle cose. La sua vera innovazione è data dal Tangle, una sorta di libro mastro a cui ci si riferisce in vede del tradizionale sistema di blockchain utilizzato dalla gran parte delle altre criptovalute.
Iota è una moneta virtuale scalabile, decentralizzata e non soggetta a tassazione. La si può acquistare sulle principali piattaforme di compravendita di valute digitali.
Il vero limite della filosofia blockchain, ampiamente sperimentato in questi ani di ascesa delle monete virtuali, è dato dalla sua impossibilità di effettuare micro-pagamenti; un ostacolo che su è voluto superare proprio grazie all’uso del Tangle.
Altro aspetto che attira molto gli investitori, Iota non ha bisogno dei miners, i minatori, per operare ma si basa su un meccanismo autonomo per mantenersi. In sostanza si muove all’interno di un quadro di auto regolamentazione che serve a cancellare le perplessità che da sempre si registrano attorno al mondo dei miners.
Una criptovaluta sulla quale si sono accese da tempo le attenzioni di appassionati e investitori; e che in molti già indicano come il degno erede del Bitcoin.
Le criptovalute più note sono ad tempo sulla bocca di tutti: si pensi al Bitcoin, che ha lasciato registrare una crescita incredibile, che nessuno avrebbe mai immaginato. Basti pensare che a ridosso dello scorso natale è diventata la quinta moneta per valore al mondo, dopo dollaro, euro, yuan cinese e yen giapponese, in quanto il suo valore ha superato quello delle Rupie indiane.
Sulla scia di questo successo sono nate tante altre criptovalute che vanno ora alla conquista del mercato; non solo di Bitcoin si vive. E tra quelle maggiormente in ascesa negli ultimi tempi vi è lo Iota.
Si sta parlando di una criptovaluta passata dalla nona posizione alla quarta tra le criptovalute emergenti per capitalizzazione di mercato; il tutto nel giro di poche settimane.
Lo Iota è ottimizzato per lo Iot, il cosiddetto l’internet delle cose: le differenza con il Bitcoin sono legate soprattutto al fatto di essere molto leggera, quindi senza alcun ricorso al pesante e complesso sistema Blockchain per il Bitcoin.
Il nome stesso Iota è una sorta di acronimo che indica Internet of Things, internet delle cose. La sua vera innovazione è data dal Tangle, una sorta di libro mastro a cui ci si riferisce in vede del tradizionale sistema di blockchain utilizzato dalla gran parte delle altre criptovalute.
Iota è una moneta virtuale scalabile, decentralizzata e non soggetta a tassazione. La si può acquistare sulle principali piattaforme di compravendita di valute digitali.
Il vero limite della filosofia blockchain, ampiamente sperimentato in questi ani di ascesa delle monete virtuali, è dato dalla sua impossibilità di effettuare micro-pagamenti; un ostacolo che su è voluto superare proprio grazie all’uso del Tangle.
Altro aspetto che attira molto gli investitori, Iota non ha bisogno dei miners, i minatori, per operare ma si basa su un meccanismo autonomo per mantenersi. In sostanza si muove all’interno di un quadro di auto regolamentazione che serve a cancellare le perplessità che da sempre si registrano attorno al mondo dei miners.
Una criptovaluta sulla quale si sono accese da tempo le attenzioni di appassionati e investitori; e che in molti già indicano come il degno erede del Bitcoin.