La proposta: “Siamo in grado di pagarla con i risparmi generati da un approccio più etico alla prevenzione e cura del diabete.”
Netta posizione del Partito dei Sardi sui possibili tagli della protezione armata nelle Guardie Mediche. Di seguito le dichiarazioni della compagine, rilasciate attraverso l’autorità del Capogruppo Gianfranco Congiu.
“Il servizio di vigilanza delle ex Guardie Mediche (oggi postazioni di Continuità assistenziale) è un presidio di sicurezza che non solo garantisce l’incolumità personale dei medici, ma assicura l’erogazione di un servizio sanitario territoriale nelle ore in cui l’assistenza a chi soffre è maggiormente critica.
Per questa ragione, contestiamo un approccio al problema eminentemente economico e finanziario nella misura in cui il bilancio regionale non sarebbe in grado attualmente di coprire il costo di un servizio ritenuto “non essenziale”. Falso. Diciamo, invece, che non si è neppure provato a reperire le risorse.
Sarebbe bastato gettare uno sguardo fugace all’interrogazione n. 1403 del 22 febbraio 2018 (Cherchi Augusto e altri) per rendersi conto che un approccio maggiormente etico a certe patologie genera anche risparmi importanti. Secondo lo studio “Contro il diabete gioco d’anticipo“, realizzato dal gruppo di ricerca Ceis- EEHTA (Centre for Economic Evaluation and HTA) dell’Università di Roma Tor Vergata, il servizio sanitario della Sardegna potrebbe risparmiare fino a 25 milioni di euro con una migliore diagnosi, monitoraggio e cura della malattia, tali da poter impedire o ritardare le complicanze da diabete come ipertensione, insufficienza renale e disturbi agli occhi.
E allora, anziché fare spallucce rispetto alle proposte che arrivano dalle forze politiche consiliari, bene farebbero i sacerdoti dell’ortodossia economica sanitaria ad approcciarsi ai temi che riguardano la salute in una maniera eticamente più appropriata. Si renderebbero conto che ne trarrebbero un gran beneficio sia i pazienti che i conti della sanità pubblica.”
Gianfranco Congiu, Capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale